Quelle inquietanti intercettazioni ambientali
Deve
succedere sempre qualcosa di esterno, di estraneo, di imprevisto per
sollevare coperchi giudiziari su fatti inquietanti che riguardano la
Pubblica Amministrazione in Basilicata e nel materano in particolare.
L'ultimo caso riguarda l'Ater di Matera ed in particolare il
Dirigente dell'Ufficio Tecnico, già Direttore Generale Ing. Luciano
Adorisio. In un colloquio (intercettato) nella stanza dell'ex
vicepresidente regionale Agatino Mancusi, Tina Bianco, consigliere
comunale a Rotondella e moglie dell'imprenditore Andrea Pellitta
della Atr Costruzioni, lo dice chiaro chiaro: le ditte che eseguono
appalti per l'Ater di Matera vengono invitate ad acquistare materiali
da determinati fornitori. Se non obbediscono, i pagamenti vengono
ritardati a babbo morto. Fin qui, si potrebbe dire anche che non c'è
nulla di nuovo sotto il sole. Siamo così avvezzi all'insopportabile
livello di corruzione in cui è precipitata la cosa pubblica che
tanto insopportabile, poi, non ci pare nemmeno. Invece quello che i
ROS hanno ascoltato ad ottobre 2011 nella stanza del signor Mancusi
alla Procura di Matera era stato raccontato già da alcuni anni:
raccontato, verbalizzato e sottoscritto. Molti dubbi e perplessità
sull'operato dell'ing. Adorisio erano state documentate ai magistrati
materani da funzionari e dirigenti dell'Ater con dovizia di
particolari e documenti significativi. Fra tutti, alcuni
interrogativi che avrebbero meritato, quantomeno, accertamenti
approfonditi come quando i lavori di ristrutturazione della “masseria
Panizza”, acquistata da Adorisio, vennero eseguiti da una ditta
usualmente fornitrice dell'Ater (ditta Galtieri) e diretti dal
geometra Cosimo Damiano Gaudiano, dipendente dell'Ater. Così risulta
dalla tabella di cantiere, mentre non risulta che quel geometra abbia
mai chiesto all'Ater l'autorizzazione a svolgere lavoro esterno. Fu
pagato Gaudiano per quel lavoro? Fu pagata la ditta Galtieri? Furono
pagati i materiali necessari a ristrutturare “masseria Panizza”?
Forse tutto questo è stato accertato dai magistrati materani. Forse
hanno dato incarico alla Guardia di Finanza di fare questi semplici
accertamenti e le nostre preoccupazioni sono fantasmi che svaniscono
alle prime luci dell'alba. Forse quei funzionari che hanno
verbalizzato interrogativi, sospetti e prodotto documenti si erano
sbagliati e la Procura di Matera è stata ferma perché tutto era
inconsistente. Certo l'attuale amministratore dell'Ater, Inncenzo
Loguercio, ha la responsabilità di accertare rapidamente lo stato
dei fatti ed assumere quei provvedimenti che tutelino l'ente e la
collettività. Occorre rendersi conto che non si tratta di un compito
facile, specie in una società in cui il ricatto del lavoro (per
alcuni) e gli scheletri negli armadi (per altri) rendono il procedere
delle inchieste estremamente incerto e singhiozzante. Sarebbe
veramente utile che qualcuno si prendesse la briga di rileggere i
verbali ed i documenti riguardanti l'Ater di Matera e l'ing. Adorisio
Luciano. Magari guardando se e quali atti d'indagine sono seguiti a
quei verbali e come sono stati classificati quei procedimenti.
Chissà, forse si scopre che i nomi sono sempre gli stessi e che i
nuovi arrivati sono già nel solco dei poco onorevoli predecessori.
Firmato:
Filippo de Lubac
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