domenica 16 giugno 2013

Adduce e la sua “ombra” Cifarelli, sbeffeggiano i materani

Politici al servizio di interessi personali (prima), di partito (poi), dei cittadini (mai)

Si fanno beffe delle istituzioni e dei cittadini, non possono più rappresentare gli interessi dei materani, ancor meno pensare di riciclarsi nella imminente campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale.
Salvatore Adduce, sindaco di Matera, e Roberto Cifarelli, portavoce del sindaco da molti considerato il “sindaco ombra”, hanno superato la misura presentando improvvidamente la conclusione della vicenda giudiziaria che vedeva sotto processo Cifarelli ed altri come una assoluzione piena. Non è così e lo sanno benissimo.
Cifarelli era chiamato a rispondere di associazione per delinquere finalizzata a “commettere più delitti contro il patrimonio, la Pubblica Amministrazione e la Fede Pubblica, tra i quali la truffa aggravata ai danni di un Ente pubblico, il falso ideologico in atti pubblici, l'abuso d'ufficio e la turbata libertà degli incanti”. Sei capi d'imputazione gravissimi per delitti commessi, secondo l'accusa, in associazione per delinquere (settima violazione penale). L'inchiesta parte nel 2005 per le condotte astrattamente criminose ma documentalmente concrete e tangibili attraverso cui Roberto Cifarelli ed altri acquistavano terreni del Demanio condizionandone (al ribasso, ovviamente) il prezzo... indicando testimoni inesistenti... per destinarli ad attività di speculazione edilizia attraverso il rilascio di concessioni edilizie illegittime. Con “artifici e raggiri ed in particolare del falso ideologico inducevano in errore l' Ente pubblico Agenzia del Demanio sul valore reale del terreno demaniale procurando un ingiusto profitto patrimoniale consistente sia nel minor canone pagato che nella stessa stipulazione del contratto di locazione”. Commettevano falso ideologico attestando falsamente che la particella ricadeva nella zona destinata a “verde pubblico” invece che a “strutture collettive” così sottovalutandola di un valore pari ad Euro 44.622,00. E poi, tentavano di truffare l'Agenzia del Demanio poiché scrivendo che “l'area in questione ricade nel vigente PRG in zona destinata a verde pubblico” con l'intento di acquistare ad un prezzo molto inferiore al valore reale. Ancora ottenevano il permesso a costruire n.3/06185/03 in violazione delle norme vigenti e tentavano un'altra truffa ai danni del Comune di Matera facendogli valutare come non dovuti oneri di urbanizzazione pari ad euro 249.101,27.
Ebbene, come a volte accade nelle aule giudiziarie, siffatti processi procedono lentamente poiché “tenuti in vita” da un reato, l'associazione per delinquere, che ne allunga i termini della prescrizione. Poi, quando volgono al termine, si scopre che il reato più grave risulta poco o affatto provato ed i restanti sono prescritti. Nessuno può lamentarsi poiché l'azione penale è stata esercitata ma nessuno dovrebbe poter gioire poiché la giustizia è stata beffata. Sarebbe già tanto se la Procura ricorresse in Appello, ma accade molto di rado a Matera.
Roberto Cifarelli è stato assolto dall'accusa di aver costituito un'associazione per delinquere finalizzata a commettere tutte quelle amenità di cui abbiamo detto perché il fatto non sussiste, mentre per tutti gli altri delitti contestati e comprovati da ampie evidenze probatorie, è intervenuta una salvifica prescrizione, che non significa affatto assoluzione.
E veniamo a Salvatore Adduce, il signor Sindaco. Alla discutibile decisione di tenere nelle funzioni di portavoce del Sindaco di Matera un imputato di falso ideologico e truffa ai danni del Comune di Matera, poiché il falso ideologico e la tentata truffa Cifarelli li ha posti in essere davvero e platealmente, si aggiunge che l'avvocato del Comune si è costituito tardivamente parte Civile nel processo e non si è presentato quando poteva (doveva?) esporre le istanze conclusionali. Come farà il Comune a chiedere i danni a Cifarelli & Company? Sì, caro Sindaco, perché in caso di prescrizione i danni si possono (devono!) chiedere comunque in presenza di tali e tante evidenze probatorie. Altro che festeggiare l'assoluzione. Adesso il Sindaco dovrà fare i conti con la magistratura contabile, quella Corte dei Conti che potrebbe chiedere a lui ed all'avvocato del Comune quei danni all'Erario che a Roberto Cifarelli non hanno domandato. L'Erario è spietato, si sa, ad un disoccupato che non paga un'inezia finisce che gli pignorano la casa. Vedremo a Salvatore Adduce.
La Procura presenterà ricorso? Ai posteri l'ardua sentenza.
Ed ecco altri due politici che i Lucani non sopporterebbero di vedere in lizza alle prossime regionali, tipiche figure di chi considera la politica al servizio di interessi personali (prima), di partito (poi), dei cittadini (mai).
di Filippo de Lubac


domenica 17 febbraio 2013

Mario Draghi e la scomparsa della BPMat: Maxi fusioni bancarie, mega milioni di euro

“Di ciò di cui non si può parlare, è meglio tacere”

Derivati, mutui sub-prime (si legge praim), bond, future. Non credo che l’italiano medio abbia capito granché delle tempesta finanziaria che si è abbattuta sulle banche statunitensi prima e che, con varie sfaccettature e rilevanza, sulle banche italiane poi. Anche in questo, l'italica fantasia ka fa da padrona e nessuno riesce a batterci. MPS oggi, BNL l'altro ieri, Credieuronord qualche tempo prima. Il modo più semplice per intascare una regalia è quello di accendere un mutuo con una banca compiacente e non restituire un fico secco. La compiacenza sta nel fatto che nessuna verifica viene effettuata sulla solvibilità del mutuatario e nessuna azione di recupero a carico del creditore moroso. E se qualcosa il comune cittadino crede di aver capito, probabilmente è sbagliato. Molte delle persone che con aria assorta attraversano i marciapiedi, pensano che la crisi sia dovuta alla mancata restituzione delle somme concesse in prestito per l’acquisto d’immobili. Troppo facile e troppo distante dalla realtà. Nella pratica succede questo. La banca presta 100 euro e si aspetta di riceverne 120, un tot al mese per un tot di anni. Qualcosa s’inceppa quando la restituzione non è ancora terminata. Allora la banca costituisce una società speciale che si deve occupare di riscuotere il credito residuo. La nuova nata, acquista i debiti dalla banca e, per pagare (la banca che la controlla) emette dei pagherò, altrimenti detti bond, diciamo a vent’anni. Questi bond sono di tipo credibile (detti senior) perché emessi a fronte di crediti ben garantiti e di tipo “fregatura” (detti junior), praticamente non garantiti. I bond senior vengono offerti sul libero mercato agli investitori (anche privati); quelli junior li acquista la stessa banca (quella che avanzava dei soldi). Per acquistare i bond junior (spazzatura), la banca emette dei nuovi bond. Per poter collocare sul mercato questi nuovi bond, la banca deve dotarli di una “provvista” di garanzia, cioè Titoli di Stato o denaro contante. Come potrete capire, dopo aver aspettato che passino le vertigini “da bond”, da un credito di difficile incasso scaturisce un turbinio di bond per un fattore pari a 3, 4 ma anche 50 volte il credito iniziale. E se il castello crolla, se il primo debito non viene onorato, l’effetto valanga travolge la banca. Questo, più o meno è quello che è successo per Lehmann Brothers e per tante altre banche. Tutto reso possibile dai mancati controlli delle autorità di vigilanza bancaria (Bankitalia) e borsistica (CONSOB). Un fatto lontano, così viene presentato (e percepito) in Italia. Una realtà già in atto che di tanto in tanto provoca scandali e disillusioni, anche in Italia, questa è la verità. Con un elemento di ulteriore gravità, in Italia la Consob e la Banca d’Italia (vigilanti sulla Borsa e sulle Banche) in molti casi sono state avvertite delle anomalie ma hanno declinato l’invito. Così, non possono nemmeno accampare la scusante della buona fede. E tutte queste belle vicende, passano anche dalla Lucania. Proprio così. Decine le comunicazioni con cui alcuni privati hanno informato e chiesto l’intervento della Banca d’Italia e della Consob per controllare e, ove fosse il caso, sanzionare, quelle che sembrano gravi violazioni delle norme e delle Leggi che regolano l’attività bancaria. La maxi cartolarizzazione di cui parliamo è quella operata dalla Mutina srl per conto di alcune banche del gruppo Popolare dell’Emilia Romagna (BPER). La Banca d’Italia consigliò di rivolgersi alla Procura, bella vigilanza! La Procura di Matera delegò alla Guardia di Finanza ed archiviò perché dalle informative dei finanzieri non emergeva alcuna anomalia. Non era la verità, il Nucleo della Guardia di Finanza non solo aveva rilevato gravi irregolarità ma chiedeva la nomina di un consulente esperto. Prevalse la falsa attestazione del Dr. Giuseppe Chieco (Procuratore Capo). Senonché, dai faldoni di “Toghe Lucane” (il procedimento penale che lo vedeva indagato con alti magistrati per corruzione in atti giudiziari e poi archiviato a Catanzaro) emerse che anche l’atto di cessione dei crediti, effettuato a Londra presso l'avvocato inglese Jane Sophie Jenkins, era nullo in quanto effettuato prima che la Mutina venisse iscritta nello speciale registro delle società di cartolarizzazione. Quale fine faranno le migliaia di miliardi (lire) di bond emessi a fronte di una cartolarizzazione potenzialmente illegittima? Forse bisognerebbe chiederlo alla Banca d’Italia ed alla Consob che invitavano a rivolgersi alle Procure competenti, ma non sapevano che sarebbero incappate loro stesse nelle “competenze” di quelle Procure per omessa vigilanza. È il solito gioco del cerino, ma questa volta l’ultimo è quello rimasto nelle mani del Dr. Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia all'epoca dei fatti (già vice presidente della banca d’affari Goldman Sachs International, oggi capo della BCE). Fu lui ad autorizzare la fusione della Banca Popolare del Materano con la Banca Popolare di Crotone (tutte del Gruppo BPER) trascurando che la prima aveva in corso accertamenti sull’attendibilità del bilancio al 31.12.2003. Il perito nominato dal Tribunale di Matera diceva che era falso, ma il Dr. Draghi evitò di consigliare né segnalare alcunché alla Procura. Come evitò, non osservando i suoi doveri di vigilanza, d'interrompere la fusione in attesa degli accertamenti giudiziari sul bilancio, sulla Mutina, sulle responsabilità dell’intero consiglio di amministrazione della Banca materana, con i vertici indagati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa pluriaggravata nei confronti degli azionisti.

Tutto finì in assoluzioni, proscioglimenti, archiviazioni e cestinazioni in quella Procura di Matera che in questi giorni è oggetto di severa reprimenda da parte della Direzione Nazionale Antimafia.

Non è poi così lontana l’America e nemmeno i giganteschi tracolli delle banche d’affari. Solo che la “Federal Reserve” di casa nostra non ha euro sufficienti per mitigare bancarotte da trilioni di euro. Hanno pagato e pagheranno i piccoli risparmiatori, essendo il risparmio tutelato dalla Costituzione. Sembra logico, tipica logica italica (o italiota).

di Filippo de Lubac

giovedì 31 gennaio 2013

Condanna morale definitiva e irrevocabile per Filippo Bubbico, politico per affari: con prove allegate



Condanna morale definitiva e irrevocabile per Filippo Bubbico, politico per affari: con prove allegate

Di seguito trovate 6 "fatture per prestazione" emesse da un agronomo ai soci del Consorzio Seta Basilicata. Anno 1994, è in corso un progetto finanziato da fondi europei per coltivare gelsi, allevare bachi da seta e produrre seta. Le prestazioni di progettazione sono finanziate per buona parte del loro ammontare a fondo perduto. Il presidente del Consorzio Seta Basilicata è Filippo Bubbico che ha lo stesso codice fiscale di Filippo Bibbibo, Presidente del Consorzio Seta Italia, consorzio che raggruppa consorzi di varie regioni (compresa la Campania). Poi si accerterà che Bubbico e Bibbibo sono la stessa persona e che si è trattato di un mero errore di un qualche dipendente della Camera di Commercio di Napoli. Ma torniamo alle fatture. Dopo l'ultima fattura dell'agronomo, arriva il conto di Bubbico sotto forma di regolare fattura (vedi immagine, settima). Gli architetti Bubbico fattuurano all'agronomo la consulenza per le progettazioni agronomiche pari a circa il 75% del fatturato dell'agronomo. Tre quarti del lavoro, in pratica l'hanno fatto gli architetti. Forse i bachi avevano esigenze particolari! Insomma, quel fondo perduto era da intendersi sì come pagato con soldi della Comunità Europea ma anche come perduto per l'agronomo che non avrebbe visto una lira.
Ebbene, Filippo Bubbico non rientra fra coloro per cui il PD stabilisce la "patente" di impresentabile. Ma per noi, cittadini Lucani, Italiani ed Europei, è presentabile un politico che si faceva restituire il 75% di quello che un onesto lavoratore (agronomo) produceva col suo onesto lavoro? E' peggio degli impresentabili che hanno un procedimento penale pendente da cui potranno (e ce lo auguriamo per loro) essere scagionati o assolti. Poiché il comportamento del politico che abusa del proprio ruolo per tartassare la povera gente che lavora, tristamente diffusi in Basilicata ed anche altrove) meritano la condanna definitiva ed inappellabile della società civile. Nel caso specifico, vista la pessima legge elettorale Italiana, questa condanna deve esprimersi attraverso il non voto alla lista del PD in cui il signor Filippo Bibbibo è in posizione di sicura elezione. Votate altri o non votate affatto, ma Bibbibo, per piacere, madiamolo a casa. Magari potrà riprendere a coltivare quei gelseti che sono costati miliardi di euro e di qui esistono ancora piante sparse in quel di Montescaglioso.







Fattura dello studio Bubbico (Filippo & C.)

venerdì 18 gennaio 2013

Costituzione a Matera della Loggia Pitagora

Come nasce una Loggia Massonica: la Loggia Pitagora di Matera


giovedì 17 gennaio 2013

Petizione al Capo dello Stato, On. Giorgio Napolitano, nella sua veste di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura: chiediamo a tutti i magistrati Italiani se sono affiliati alla Massoneria:





domenica 6 gennaio 2013

Mazzette e coperture all'Ater Matera. La Procura inerte, pur sapendo da anni


Quelle inquietanti intercettazioni ambientali

Deve succedere sempre qualcosa di esterno, di estraneo, di imprevisto per sollevare coperchi giudiziari su fatti inquietanti che riguardano la Pubblica Amministrazione in Basilicata e nel materano in particolare. L'ultimo caso riguarda l'Ater di Matera ed in particolare il Dirigente dell'Ufficio Tecnico, già Direttore Generale Ing. Luciano Adorisio. In un colloquio (intercettato) nella stanza dell'ex vicepresidente regionale Agatino Mancusi, Tina Bianco, consigliere comunale a Rotondella e moglie dell'imprenditore Andrea Pellitta della Atr Costruzioni, lo dice chiaro chiaro: le ditte che eseguono appalti per l'Ater di Matera vengono invitate ad acquistare materiali da determinati fornitori. Se non obbediscono, i pagamenti vengono ritardati a babbo morto. Fin qui, si potrebbe dire anche che non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Siamo così avvezzi all'insopportabile livello di corruzione in cui è precipitata la cosa pubblica che tanto insopportabile, poi, non ci pare nemmeno. Invece quello che i ROS hanno ascoltato ad ottobre 2011 nella stanza del signor Mancusi alla Procura di Matera era stato raccontato già da alcuni anni: raccontato, verbalizzato e sottoscritto. Molti dubbi e perplessità sull'operato dell'ing. Adorisio erano state documentate ai magistrati materani da funzionari e dirigenti dell'Ater con dovizia di particolari e documenti significativi. Fra tutti, alcuni interrogativi che avrebbero meritato, quantomeno, accertamenti approfonditi come quando i lavori di ristrutturazione della “masseria Panizza”, acquistata da Adorisio, vennero eseguiti da una ditta usualmente fornitrice dell'Ater (ditta Galtieri) e diretti dal geometra Cosimo Damiano Gaudiano, dipendente dell'Ater. Così risulta dalla tabella di cantiere, mentre non risulta che quel geometra abbia mai chiesto all'Ater l'autorizzazione a svolgere lavoro esterno. Fu pagato Gaudiano per quel lavoro? Fu pagata la ditta Galtieri? Furono pagati i materiali necessari a ristrutturare “masseria Panizza”? Forse tutto questo è stato accertato dai magistrati materani. Forse hanno dato incarico alla Guardia di Finanza di fare questi semplici accertamenti e le nostre preoccupazioni sono fantasmi che svaniscono alle prime luci dell'alba. Forse quei funzionari che hanno verbalizzato interrogativi, sospetti e prodotto documenti si erano sbagliati e la Procura di Matera è stata ferma perché tutto era inconsistente. Certo l'attuale amministratore dell'Ater, Inncenzo Loguercio, ha la responsabilità di accertare rapidamente lo stato dei fatti ed assumere quei provvedimenti che tutelino l'ente e la collettività. Occorre rendersi conto che non si tratta di un compito facile, specie in una società in cui il ricatto del lavoro (per alcuni) e gli scheletri negli armadi (per altri) rendono il procedere delle inchieste estremamente incerto e singhiozzante. Sarebbe veramente utile che qualcuno si prendesse la briga di rileggere i verbali ed i documenti riguardanti l'Ater di Matera e l'ing. Adorisio Luciano. Magari guardando se e quali atti d'indagine sono seguiti a quei verbali e come sono stati classificati quei procedimenti. Chissà, forse si scopre che i nomi sono sempre gli stessi e che i nuovi arrivati sono già nel solco dei poco onorevoli predecessori.
Firmato: Filippo de Lubac                          

sabato 5 gennaio 2013

Perché il fine, radioso e mirabile, di recente già indicato, possa essere appressato prìa e poi raggiunto

Quella “poetica” circolare del Comando Provinciale CC di Matera: un documento autentico dallo stile un po'... retrò
 

1. Perché il fine, radioso e mirabile, di recente già indicato, possa essere appressato prìa e poi raggiunto, occorre che si ponga mano ad ulteriori accortezze, sì da accomodare il già efficace strumento operativo alle novellate esigenze di ogni singola realtà territoriale, infondere nelle nostre popolazioni rinnovata fede nelle Istituzioni e conferire maggiore visibilità ai nostri militari impegnati, giornalmente, di servizio esterno.
2. Pertanto, recepita la giusta prece di chi all'Arma speranzoso si volge, determino che ogni pattuglia, nel suo quotidiano percorso, dedichi una maggiore attenzione al rapporto, diretto e vivace, con il volgo e il commerciante, recependo da essi richieste, preghiere e suggerimenti e, ad un tempo, garantendo una vicinanza ed una visibilità sempre più alta.
3. Che l'indicazione ora fornita possa sortire a ben più chiaro messaggio, i militari, specie se di pattuglia automontata, si faranno carico di fermare il loro itinerante servizio, cosi che, mentre uno di loro prosegua a piedi, postulando di porta in porta, di negozio in negozio, l'altro, in auto, lo affianchi, contiguamente ma in tal modo da apparire come novellato e altro servizio. Quindi si ricongiungeranno e procederanno nel servizio, alternandosi secondo i dettami sopra mostrati a guisa di chi al cittadino vuol porgere reale ausilio e sincera vicinanza1.
Ogni comandante, con la consueta convinzione, faccia proprio questo messaggio, impegnandosi parimenti, affinché penetri le menti di ogni suo militare.
Il Comandante